Aiutare gli uccelli selvatici – I nidi artificiali

PREMESSA

La cattiva abitudine di eliminare da parchi e giardini le piante cave o deperite e lo sfruttamento intensivo dei boschi che non rispetta le piante mature, portano a una diminuzione dei siti adatti alla nidificazione degli uccelli.

Molti uccelli, infatti, nidificano in nicchie che si trovano nei tronchi degli alberi, però sono poche le specie di uccelli in grado di scavarsi una cavità nel legno e per questo vengono utilizzati buchi già esistenti. 

I più abili scavatori di buchi sono i picchi che hanno tutti l’abitudine di non utilizzare mai lo stesso nido in quanto la costruzione di un nuovo nido fa parte del rituale di corteggiamento. Questo comportamento mette a disposizione delle altre specie che nidificano in buchi, moltissimi preziosi siti riproduttivi. Altre specie possono scavarsi da sole le cavità-nido negli alberi ma limitatamente attaccando solo il legno marcescente di vecchi tronchi. Vi sono pure dei parassiti e delle malattie degli alberi che creano naturalmente cavità o aperture interne alle piante. 

Gli uccelli non nidificano solo nelle cavità degli alberi e tantissime specie sono in grado di costruire il proprio nido intrecciando ad arte rametti, altre ancora utilizzando il fango, alcune sfruttano o creano cavità nel terreno e così via; possiamo dire che ogni specie durante l’evoluzione si è specializzata in una determinata tipologia di nido. 

In questo articolo tratteremo i nidi più compromessi e cioè quelli che per la loro costruzione dipendono da vecchie piante arboree. In tal senso nei boschi di impianto artificiale è evidente la carenza di cavità naturali e per questo l’installazione di nidi artificiali “accellera” l’insediamento di alcune specie di uccelli propense ad indirizzarsi nella nuova dimora messa a disposizione.

L'importanza della divulgazione

L’installazione di nidi, inoltre, è un rilevante aspetto culturale può rappresentare un’importante azione divulgativa per i ragazzi delle scuole e i cittadini in genere, se accompagnata da un’opera di conoscenza delle motivazioni.

Di seguito un incontro tenuto dalla nostra associazione alla scuola d’infanzia di Ceregnano, in cui abbiamo messo a dimora una siepe con i bimbi e installato una casetta a una mangiatoia. Qui maggiori informazioni.

Le dimensioni della cassetta nido dipendono dalla specie a cui è destinata, così ad esempio avremo casette molto piccole per cince e pettirossi, mentre altre decisamente più grandi per rapaci diurni e notturni, come gheppio e allocco. Le cassette nido possono essere fatte di materiali diversi, che spaziano dal legno al cemento.

Nella scelta del legno occorre considerare diversi aspetti:
  • deve avere uno spessore sufficiente a garantire sicurezza e isolamento termico (almeno 22 mm);
  • non devono essere trattato con vernici sintetiche ma con due mani di impregnante all’acqua;
  • deve essere resistente agli agenti atmosferici.
Vi sono due tipi di nido: chiusi e aperti; 

Le casette nido chiuse

Esempio di casetta nido chiusa,
versione a tetto inclinato 

I dati tecnici di base delle cassette nido chiuse sono i seguenti.

DIMENSIONI CONSIGLIATE

  • Altezza interna del foro dal pavimento: 10-16 cm;
  • Altezza totale nido: 30 cm;
  • Altezza di installazione: da 2 a 4 m  
Diametri consigliati per il foro d’ingresso:
  • 27-28 mm (cincia bigia; cinciarella)
  • 30 mm (passero)
  • 32 mm (cinciallegra e picchio muratore)
  • 40 mm (cordirosso)
 Le specie indicate tra parentesi sono le specie più comuni che utilizzano questo tipo di cassetta, ciò non significa che spesso possa essere utilizzata da altre specie come ad esempio scricciolo, balia nera, ecc..

Due video che raccontano la costruzione del nido all’interno di una casetta da parte di una coppia di cinciarelle

Le casette nido aperte

DIMENSIONI CONSIGLIATE:

  • Misura apertura frontale: 11×11 cm (piccola), 15×24 cm (media);
  • Altezza interna dell’apertura dal pavimento: 5-8 cm;
  • Altezza totale del nido: 24-32 cm
  • Altezza di installazione: meno importante, anche altezze piuttosto basse, meglio se nascosta tra la vegetazione fitta di cespugli e siepi.

Tra le specie che occuperanno più volentieri questo tipo di cassette nido abbiamo: cordirosso, cordirosso spazzacamino, pigliamosche, scricciolo, pettirosso, ballerina bianca, e merlo.

Nel caso in cui le cassette nido vengano occupate regolarmente bisogna ricordarsi anche di pulirle almeno ogni anno rimuovendo il materiale dei vecchi nidi al suo interno che spesso ospita parassiti.  

Esempio di casetta nido aperta, versione a tetto inclinato 

Costruiamo assieme le casette nido

Di seguito analizzeremo dei progetti di facile realizzazione che con degli accorgimenti andranno a “coprire” un gran numero di piccoli uccelli; 

Nidi in cemento

Concludiamo infine con una tipologia di nido che abbiamo già testato: le casette nido in cemento.  Hanno lo svantaggio di essere un po’ più costose ma sono praticamente indistruttibili.

Segnaliamo ad esempio questo modello  oppure questo

L'installazione dei nidi

QUANDO?

In linea generale i nidi vanno installati nel periodo che va dall’autunno all’inizio della primavera.

Se si installano nidi artificiali, bisogna farsi carico anche della loro manutenzione nel tempo, in quanto, abbandonati a se stessi, dopo un periodo di esposizione alle intemperie, possono danneggiarsi notevolmente mettendo a rischio la covata. Materiali non idonei, dimensionamento e assemblaggio approssimativo, fissaggio errato e poco stabile, sono tutti fattori che possono causare la distruzione della covata.

CORRETTA INSTALLAZIONE

Un’ errata installazione può facilitare involontariamente la predazione o causare l’ingresso di acqua piovana dannosa per i pulli. Nell’appendere il nido bisogna inclinarlo leggermente in avanti onde evitare l’entrata di acqua piovana (la pioggia è un nemico mortale per molti nidiacei). 

Per fissare la cassetta nido alla pianta è meglio utilizzare delle viti da legno autofilettanti; spaghi, corde e fili di ferro si corrodono facilmente e possono strozzare la pianta. Nel caso si decidesse di optare con il fissaggio tramite filo di ferro bisogna ricordarsi di allentarlo almeno una volta all’anno. 

Le cassette nido APERTE vanno fissate tra biforcazioni adatte in alberi e cespugli oppure nascoste tra le foglie dell’edera o di qualche altro rampicante. L’orientamento preferibile del nido sembra essere est/sud-est anche se spesso non viene disdegnato l’orientamento sud/ovest.

QUANTI NIDI POSSO INSTALLARE NEL MIO TERRENO?

I nidi non vanno sistemati troppo vicini tra loro perchè molti uccelli sono territoriali. In linea di massima come prima regola le cassette di tipo chiuso devono essere almeno il doppio di quelle aperte. E’ abbastanza difficile stabilire quale sia il numero ideale di nidi da collocare, perchè entrano in gioco troppi fattori (presenza di siti naturali, densità arborea nel territorio, ecc…); indicativamente in un terreno di circa 1000 mq si potranno collocare in modo equidistante 6 nidi chiusi e 3 nidi aperti.

AUTORI DEL POST

Michele Turato

MICHELE TURATO Componente del direttivo dell’Associazione “il Tarassaco”, grande conoscitore degli insetti pronubi, della fauna ittica e delle tartarughe palustri. È apicoltore per passione e alleva amatorialmente tartarughe in via di estinzione. È sposato e ha due figli ai quali cerca di trasmettere l’amore per la natura a partire dal birdgarden, che svolge con costanza e passione da 15 anni.

Sara Michieli

SARA MICHIELI Laureata all’Accademia di Belle Arti di Venezia in Pittura, si occupa di illustrazione per l’infanzia e grafica dal 2010. Ha lavorato per: Rizzoli Education, Edizioni Erickson, Giunti Scuola, Pearson Italia, Barilla, Danone e altri.
Appassionata di natura, in particolare insetti e piante spontanee, una passione che cerca di veicolare con le proprie illustrazioni